La società era in mani giapponesi dal 2015
Con 700 dipendenti l’azienda di informatica sarà ceduta al Fondo per il 70%e il restante 30% rimarrà ai manager attuali
Dopo dieci anni sotto il controllo della multinazionale giapponese Ricoh, la società di informatica Npo Torino torna completamente italiana. La acquisisce il Fondo Italiano Consolidamento e Crescita II di Fondo Italiano d’Investimento. L’operazione mira a rafforzare le infrastrutture strategiche italiane, incluse quelle della cybersecurity e coinvolge l’integratore di sistemi torinese attivo nei servizi informatici gestiti con un fatturato di circa 100 milioni di euro. L’accordo prevede che il Fondo acquisisca il 70% del capitale di Npo Torino e delle sue controllate in Brasile e Stati Uniti, mentre il restante 30% rimarrà nelle mani degli attuali dirigenti, Massimo Altamore, Romualdo Delmirani e Piergianni Ferraris, che continueranno a guidare l’azienda. «Siamo molto contenti, il ritorno in Italia del 100% della proprietà segna un cambio di passo –, spiega Massimo Altamore, amministratore delegato di Npo –. Dopo dieci anni con Ricoh, che ringrazio per averci accompagnato in un percorso di crescita importante, avremo maggiore agilità decisionale e potremo spingere commercialmente in maniera più mirata». Le logiche territoriali tipiche dei gruppi multinazionali, spiegano i manager, hanno creato alcune limitazioni: «Ora questo percorso libererà le nostre potenzialità, dandoci la possibilità di spalancarci verso mercati in cui prima non potevamo operare». I manager non nascondono la passione che anima il progetto: «Siamo imprenditori – dice Delmirani –, le persone che lavorano con noi sono contraddistinte da una passione innata per il settore informatico: The Passion Lives Here, come recitava il motto delle Olimpiadi 2006». Fu proprio durante quei Giochi che nacque il nucleo originario dell’azienda, fondata poi nel 2009. «Abbiamo replicato i servizi tecnologici con i gruppi che lavoravano sotto la mia guida a Torino 2006», ricorda il direttore generale, entrato come socio nel 2010 dopo che Piergianni Ferraris aveva avviato la società l’anno precedente. Oggi l’azienda conta circa 450 dipendenti a Torino, 260 in Brasile tra San Paolo e Belo Horizonte, e una cinquantina negli Stati Uniti tra Chicago e Miami. Il piano strategico condiviso con il Fondo punta a raggiungere 150 milioni di euro di fatturato nei prossimi cinque anni, raddoppiando il numero di dipendenti anche con acquisizioni mirate in Europa e Stati Uniti. «Abbiamo contratti che durano fino al 2030 su grandi clienti che ci hanno permesso di accedere a supporti in tutto il mondo», sottolineano i manager. In ballo c’è anche la crescita della sicurezza informatica del Paese, una delle ragioni che ha spinto il Fondo a detenere anche Rina Spa a Genova, nello stesso settore. «L’ingresso in Npo Torino – spiega Gesualdo Di Bernardo, socio senior di Fondo Italiano – rappresenta un’operazione di rilievo per il rafforzamento del capitale industriale italiano in un comparto strategico per la competitività del Paese»