Private capital. «La Lombardia pesa per il 30% delle nostre operazioni, la provincia di Bergamo vale il 6%» Ora obiettivo su realtà con ricavi tra i 50 e 200 milioni Vogliamo costruire un ponte stabile tra la finanza e l’economia reale bergamasca»
Il private capital incontra il tessuto imprenditoriale bergamasco. Ieri in Confindustria Bergamo il Fondo italiano d’investimento Sgr e Valori Asset Management hanno presentato a una ventina di imprese locali il nuovo Fondo italiano consolidamento e crescita II, che intende promuovere lo sviluppo di società italiane d’eccellenza in settori chiave come Information Technology, scienze della vita, turismo 4.0, tecnologie e prodotti industriali. Il Fondo, nato su iniziativa del ministero dell’Economia e delle Finanze e partecipato da Cdp Equity, Intesa Sanpaolo, UniCredit, Fondazione Enpam, Fondazione Enpaia, Abi, Banco Bpm e Bper Banca, sta per compiere quindici anni. «Siamo nati nel 2010 per coniugare ritorni di mercato e obiettivi istituzionali: far crescere piccole e medie imprese d’eccellenza che, a causa della ridotta scala, faticano a competere a livello globale spiega Gianpaolo Di Dio, chief investment officer di Fondo italiano -. Oggi gestiamo circa 4,2 miliardi, investendo esclusivamente in Italia sul mid-market e puntando a rafforzare filiere produttive strategiche». Finora la Sgr ha accompagnato circa 400 aziende, spesso familiari, in percorsi di internazionalizzazione, acquisizioni e potenziamento della governance. «Puntiamo ad aggregare settori frammentati e creare player di medie dimensioni in grado di competere a livello globale», fa presente Di Dio citando il caso del Gruppo Florence, polo manifatturiero della moda nato dall’unione di 37 pmi (tra le quali le bergamasche Cam e Cam Confezioni) fornitrici di grandi brand del lusso come Hermès, Chanel, Vuitton, nel quale ha investito anche la famiglia Pesenti, oggi con ricavi superiori ai 700 milioni e 130 milioni di Ebitda. Il Fondo sostiene anche progetti industriali a lungo termine, come nel caso di Rigoni di Asiago, leader europeo delle marmellate, che ha ampliato la produzione agli spalmabili alla nocciola con il supporto del private equity. Dal 2010 il Fondo italiano ha realizzato oltre 65 investimenti diretti in Lombardia, sei nella Bergamasca: non solo Cam e Cam Confezioni, ma anche Farmol di Comun Nuovo, specializzata nella produzione di aerosol, Gmm di Seriate, che fabbrica macchinari per radiografie, Mesgo di Gorlago, attiva nel campo delle miscele plastiche, e Trinità Salumi, che ha uno dei suoi stabilimenti a Torre de’ Roveri. A questi si aggiungono oltre 700 investimenti indiretti a livello nazionale. «La Lombardia pesa per il 30% delle nostre operazioni e la sola provincia di Bergamo vale circa il 6% – ricorda Di Dio -. Incontriamo gli imprenditori non solo come potenziali target industriali, ma sempre più spesso come co-investitori. È un segnale della maturazione del private equity in Italia». Per Luca Bonifazi, managing director di Valori Asset Management, holding con 11 anni di storia, oltre 2 miliardi di asset in consulenza e sedi in Lussemburgo, Italia e Svizzera, il dialogo tra risparmio privato e industria è cruciale: «Molti imprenditori che hanno liquidità importante scelgono di affidarsi a gestori esterni perché, pur essendo bravi capitani d’industria, non è detto che siano anche esperti di finanza. E. quando conoscono casi concreti, capita che decidano di investire anche in altre aziende». Il Fondo italiano consolidamento e crescita II investirà in realtà con ricavi compresi tra 50 e 200 milioni, spesso alle prese con passaggi generazionali o con l’esigenza di crescere oltre i confini nazionali. Tra le filiere su cui punterà, automotive e componentistica oleodinamica e idraulica, settori nei quali la Bergamasca vanta eccellenze con forte vocazione all’export. «Confindustria Bergamo è un partner significativo – sottolinea Bonifazi – con il quale abbiamo da qualche anno avviato un percorso di educazione finanziaria. Con il Fondo italiano di investimento vogliamo costruire un ponte stabile tra la finanza e l’economia reale bergamasca, rafforzando il legame tra capitali privati e imprese del territorio».